Termoli è un comune italiano di 31.980 abitanti[2] della provincia di Campobasso in Molise, il secondo comune più popoloso della regione dopo il capoluogo Campobasso.
Situata lungo il litorale adriatico, è l'unico porto del Molise. Costituisce inoltre un centro peschereccio, turistico e industriale. La città conserva il borgo medievale chiuso dentro le mura che lo separano dalla città moderna.[6]
La città si affaccia sul mare Adriatico a un'altitudine che va da 0 a 178 m s.l.m. Situata nella zona altimetrica della collina litoranea, è classificata a basso rischio sismico. Geograficamente gran parte del territorio si colloca tra il fiume Biferno (a sud) e il torrente Sinarca (a nord) entrambi a carattere torrentizio, da cui l'ipotesi del nome antico Interamna Frentanorum che significa letteralmente "terra fra due fiumi".
La parte più antica della città, nella quale si formarono i primi insediamenti, è il promontorio dove oggi sorge il Borgo Antico, caratterizzato da viuzze con viste sul Mar Adriatico[7]. La città si sviluppa verso la costa nord (Spiaggia Sant'Antonio) e verso sud (Rio Vivo) dove si trovano i vari stabilimenti balneari; verso l'interno del territorio la città si ramifica in varie zone residenziali nonché nel centro cittadino formato da tre principali vie (corso Nazionale, corso Fratelli Brigida, corso Vittorio Emanuele III) che furono i cardini per sviluppare la città dettate dai Borboni agli inizi del 1800[8].
Buona parte delle periferie ora si sviluppano sulle alture adiacenti (Difesa Grande e Colle Macchiuzzo) dalle quali si aprono le campagne coltivate; la zona sud di Termoli invece possiede l'unica pianura sulla costa (Pantano basso) che da Rio Vivo si estende nell'interno fino a unirsi con le Piane di Larino (pianura del Basso Molise) dove risiede la zona industriale della città, dalla quale si ha una vista sull'intero hinterland termolese.
La vegetazione è tipicamente mediterranea; nelle campagne è rilevante la coltura dell'olivo, tanto da rendere Termoli membro dell'Associazione nazionale città dell'olio[9]. Altra caratteristica è la presenza dell’unico porto della costa molisana che, oltre a supportare le attività pescherecce, garantisce collegamenti per tutto l'anno con le Isole Tremiti, facenti parte della provincia di Foggia[10].
Nella città di Termoli si incrociano il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est; quest'ultimo è il meridiano centrale del fuso orario (UTC+1 o Central European Time) di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l'ora solare del fuso stesso (chiamata infatti l'ora di Termoli). Il meridiano è denominato Termoli-Etna. L'incrocio tra le due linee immaginarie avviene sulla spiaggia di Rio Vivo o più precisamente presso la marina di San Pietro, a pochi passi dal luogo dove era situato un trabucco in disuso (Trabucco di Bricche). I calcoli più datati situavano invece il punto di incrocio in corrispondenza di un'antica torretta semi-distrutta che si trova sempre sulla strada di Rio Vivo.[11]
I primi marinai che approdarono sulle coste di Termoli e isole Tremiti erano marinai della Licia. Infatti secondo Erodoto (Le Storie - Libro Ι,173) i Lici trasmigrarono da Creta con il nome di Termili.
Secondo l'arcidiacono Tommaso da Termoli il nome Termoli deriva da Tres Moles sia per la presenza di antiche terme tra l'altro mai rinvenute e sia dalla presenza di tre torri nella città[8];
Altra ipotesi è quella che vorrebbe Termoli come corruzione di Interamnia, tra i fiumi (Biferno e Sinarca)[8];
Lorenzo Pignorio riprende l'ipotesi di Tommaso da Termoli e fa derivare il nome Termoli da Termulae per via delle piccole terme che si sarebbero dovute trovare nei pressi della città;
Monsignor Tommaso Giannelli vescovo di Termoli dal 1753 al 1768 giudica invece lecito ipotizzare che anche Termon sia una delle tante città fondate dall'eroe epico Diomede che secondo alcuni scritti dopo essere approdato alle isole Tremiti e aver conquistato il Gargano avrebbe fondato molte città tra le quali, secondo il vescovo, potrebbe figurare anche l'odierna Termoli;
Secondo monsignor Gennaro De Rubertis durante l'antico dominio della città da parte del monastero di Cassino la città prese la denominazione di Termolantes, parola che denota terre appartenenti alla chiesa, libere e immuni dalla podestà secolare;
Altra ipotesi ancora vuole l'origine della parola Termoli la stessa di Tremiti ovvero quella secondo il quale la frequenza di terremoti avrebbe dato il nome alla città;
Secondi altri Termoli ha origini greche e quindi le tre lettere finali "oli" sono riconducibili a polis come nei nomi di Napoli o Gallipoli e la radice invece deriva da Terma, limite o confine e quindi città di confine;
Ipotesi accreditata da A. M. Rocchia nel suo manoscritto dell'800 "Cronistoria di Guglionesi e delle traslazioni di sant'Adamo" è che Termoli in passato fu Interamnia Frentanorum centro portuale strategicamente molto importante in cui avvenivano intensi traffici marittimo-commerciali[8];
Un'altra tesi sostiene che il nome derivi da Ter Molitus, distrutta tre volte[8];
In ogni caso non si hanno attestazioni certe.
Inoltre un'antica carta geografica risalente al 1745 ritraente tutta la costa molisana, rinvenuta in un archivio americano, riporta per la città i toponimi Termole o Termine.
Le attestazioni di vita più antiche risalgono all'età preistorica e romana e sono documentate dai ritrovamenti di necropoli preistoriche in contrada Porticone e Difesa Grande, nonché da attestazioni ricognitive di ville romane.
Per quanto riguarda il promontorio della città, dove oggi si staglia il centro storico, si conferma la presenza dell'uomo già dall'Età del Bronzo grazie a ritrovamenti sotto la Cattedrale di ceramiche molto danneggiate. Con grande probabilità lo stesso territorio viene frequentato da Greci, Sanniti, Frentani e Dauni, che ne resero in passato porto e centro marinaresco.
Successivamente, in seguito alle scorribande dei Barbari e ai momenti di crisi socioeconomica del basso impero (circa nel 412), gli abitanti dei luoghi limitrofi si sono rifugiati sul promontorio - zona facilmente difendibile, aperta sul mare, alta, con un unico accesso alla terraferma. Qui si stanziarono e come ricordo esistono ancora vie con nome "Tornola" che fanno riferimento, appunto, ai primi insediamenti medievali di questa zona del promontorio.
In seguito alla proclamazione di Termoli a capoluogo di Contea (in quanto posto di difesa strategico) ad opera dei Longobardi, che nel 568 fondarono il Ducato di Benevento, nella città fu costruito un complesso difensivo formato da mura, un torrione e 8 torrette merlate, tra cui una chiamata tuttora Torre Tornola.
Altre attestazioni di vita sono la costruzione dell'edificio sul quale, in seguito, nel XII o XIII sec. è stata edificata la Cattedrale nella forma che vediamo noi oggi; i resti originari ci riconducono probabilmente ad un antico tempio romano dedicato a Castore e Polluce, i due Dioscuri. La prima chiesa risale forse al X secolo d.C. e ci fa intendere la presenza di un vescovo e quindi di una diocesi.
La presenza, oltre dell'edificio sacro, anche del Castello, voluto forse da Federico II come torre di vedetta sull'Adriatico (non del tutto diverso nelle funzioni dalle torrette allineate lungo la S.S. 16 a nord di Termoli) denota un periodo di splendore intorno al XII e XIII secolo d.C.
Le invasioni turche con saccheggi e devastazioni (tra cui quella di Piyale Paşa),[15] terremoti, passaggi di proprietà tra dinastie e famiglie nobili hanno segnato un momento di calo durato fino al 1770 circa.
Attestazioni ufficiali derivano dal Regno di Napoli nelle quali la città di Termoli, la costa molisana e parti del Basso Molise facevano parte della regione storica della Capitanata e solo a causa della riforme murattiane del 1811 furono annesse al pre-esistente Contando del Molise dando vita alla provincia del Molise.[16] Nel 1847 con il passaggio a Termoli di Ferdinando II, fu concesso ai termolesi di edificare anche al di fuori della cinta muraria: il re Borbone diede l'autorizzazione per tracciare le due direttrici che avrebbero segnato l'inizio dello sviluppo della città - conosciute come il Corso (corso Nazionale) e il Secondo corso (corso Fratelli Brigida), poi affiancate dal Terzo Corso (corso Vittorio Emanuele).
Feudatari di Termoli
Termoli venne donata da Carlo III di Napoli a Guglielmo di Monforte-Gambatesa, per poi passare alla morte di questi, al figlio Carlo di Monforte-Gambatesa. Alla morte senza eredi maschi di Carlo, Termoli passò al nipote Cola di Monforte.[17] Caduto questi in disgrazia, la città rientrò nel demanio regio e in seguito brevemente ai Monforte, per poi essere infeudata al condottiero Andrea di Capua (morto nel 1511), al quale fu riconosciuto il titolo di duca di Termoli nel 1495. Suo erede fu il figlio Ferdinando o Ferrante di Capua, nato dal matrimonio con Maria d'Ayerbo d'Aragona. Termoli passò successivamente alle figlie di questi, Isabella e Maria. Maria ottenne infine il titolo esclusivo sul feudo di Termoli, trasmettendo al marito Vincenzo di Capua (figlio del fratello di Andrea di Capua, Annibale) il titolo di duca.[18] Il figlio primogenito della coppia, Ferdinando di Capua (fratello maggiore dell'arcivescovo di Napoli Annibale di Capua), succedette al padre quale quarto duca di Termoli nel 1559.[19] Ferdinando sposò Vittoria Sanseverino, figlia di Pietro Antonio Sanseverino, duca di San Marco e Erina (Irene) Castriota, contessa di Soleto. La coppia ebbe un unico figlio, Pietro Antonio di Capua, marchese di Guglionesi (1569-1594), premorto al padre. Pietro Antonio lasciò tuttavia due figli, avuti dal matrimonio con Bernardina Frangipane della Tolfa, ovvero Vittoria e Ferdinando. Quest'ultimo divenne quinto duca di Termoli alla morte del nonno e omonimo, avvenuta nel 1614. Ferdinando morì in giovane età nel 1623, lasciando un'unica figlia, Giulia, nata dal matrimonio con Laudomia Caracciolo. Giulia sposò un esponente di un altro ramo della famiglia di Capua, ovvero Andrea Francesco di Capua, principe di Roccaromana, marchese di Torre di Francolise e conte di Anversa degli Abruzzi, figlio di Giovanni Tommaso e Virginia Belprato, contessa d'Anversa. La coppia ebbe un unico figlio, Antonio Francesco di Capua, sesto duca di Termoli (succedette alla madre nel 1657) e principe di Rocca Romana. Antonio Francesco fu feudatario di Termoli sino al 1686, anno in cui morì. Gli succedette il figlio Andrea di Capua (morto nel 1697). Andrea di Capua concesse a Termoli nel 1698 le Capitolazioni feudali, una serie di norme che regolavano i rapporti tra il feudatario e la città.[19] A questi succedette la nipote Ippolita Maria Pignatelli ed in seguito le figlie di quest'ultima Ippolita e Giulia. Tramite quest'ultima, sposata con Domenico Cattaneo Della Volta Paleologo, Termoli pervenne al ramo napoletano della famiglia Cattaneo, che la tenne sino all'eversione della feudalità.[20] Gli ultimi feudatari di Termoli furono il figlio di Giulia e Domenico, Francesco Cattaneo della Volta Paleologo (1721-1790), principe di San Nicandro e il figlio ed erede di quest'ultimo, Augusto Cattaneo della Volta Paleologo (1754-1824).
Durante la seconda guerra mondiale, Termoli fu occupata dai tedeschi. Il 3 ottobre 1943 giunsero gli alleati al comando del generale Montgomery sbarcando al porto, provenendo da Foggia. I tedeschi allora ingaggiarono una furiosa battaglia presso la stazione ferroviaria, che fecero saltare in aria, e successivamente si ritirarono nei centri della linea del fiume Biferno, mentre altri andarono a fortificare la linea di San Salvo-Montenero. Nei 4 giorni di scontri nei pressi di Termoli, vi furono 18 vittime tra la popolazione civile.[21][22]
Nell'immediato dopoguerra, la città ha visto lo sviluppo del turismo balneare, essendo la principale città del Molise sulla costa; negli anni '80-'90 si è registrato anche un rapido sviluppo demografico e urbano, che ha portato velocemente Termoli ad essere la seconda città del Molise dopo Campobasso per popolazione, divenendo anche la seconda sede universitaria regionale.
Il Castello svevo è il simbolo, più rappresentativo della città. La sua architettura improntata a gran semplicità, priva di qualsiasi ornamento, e le sue caratteristiche difensive lasciano supporre che sia stato costruito in epoca normanna (XI secolo), interamente in pietra calcarea e arenaria, nei pressi di una preesistente torre longobarda. Esso è tuttavia definito "svevo" in seguito alla ristrutturazione e fortificazione voluta da Federico II di Svevia nel 1240, dopo i danni arrecati da un attacco della flotta veneziana. Data la sua ubicazione, era il fulcro di un più ampio sistema di difesa, costituito da un robusto muro che cingeva l'intero perimetro della città e da diverse torrette merlate, di cui una si è conservata intatta ed è situata all'ingresso del borgo antico.[24]
Di notevole interesse architettonico è anche la cattedrale di stile romanico pugliese dove sono conservati il corpo del santo patrono della città, Basso e del compatrono[25] Timoteo. Essa è edificata nel punto più alto del promontorio termolese, ha sviluppo longitudinale ed è divisa in tre navate. Difficile determinare la data di costruzione della basilica; alcuni elementi, tuttavia, farebbero presupporre la presenza di una cattedrale già nel IX-X secolo. La facciata della chiesa può essere idealmente (e anche materialmente) divisa in due parti: quella inferiore e quella superiore in netto contrasto tra loro.
Chiesa San Timoteo: sul Corso Fratelli Brigida, è la prima chiesa moderna della città nuova di Termoli, voluta dal Monsignor Oddo Bernacchia con la bolla del 1954. La chiesa si affaccia sul corso, è in stile moderno, a pianta rettangolare irregolare, con rientranze dei blocchi in modo da movimentarne i lati; i pilastri sono in cemento, gli esterni in mattoncini rossi. L'interno è a navata unica, non ci sono altari laterali, ma una sequenza di pilastri realizzati in stile pseudo gotico. La chiesa fu voluta per rendere omaggio a San Timoteo, le cui reliquie vennero ritrovate nel 1945 presso la Cattedrale.
Chiesa Gesù Crocifisso: in piazza Sant'Alfonso, la parrocchia fu eretta nel 1966 dal Monsignor Proni, venendo inaugurato l'anno seguente. La chiesa è sede dei Padri Redentoristi; è una delle chiese moderne più interessanti di Termoli al livello architettonico: l'impianto è misto, si apre a ventaglio sulla piazza, la facciata è sovrastata da delle finestre che si fanno spazio rendendo la copertura irregolare, con grandi oculi rettangolari; all'altezza del presbiterio del vertice retrostante si innalza una sorta di cupola con bracci di ferro. Il campanile laterale è una torre in cemento armato, composta da due travi di cemento unite dalla croce.
Chiesa del Carmelo: in via Panama, fu eretta nel 1966 quale parrocchia, inizialmente le funzioni si svolgevano nella chiesa della Madonna delle Grazie, poi nella nuova chiesa, inaugurata nel 1977. Ha un impianto quadrangolare a croce greca, con aula centrale, presso il presbiterio si innalza la cupola a piramide quadrata, dotata di vetrate. L'interno è diviso in ambienti scanditi dai pilastri in cemento armato, l'altare è una nicchione con il trono presbiteriale, e un'immagine in stile bizantino del Cristo Redentore.
Chiesa Sacro Cuore di Gesù: nella piazza omonima, la parrocchia fu eretta nel 1980 dal Monsignor Cosmo Ruppi, nel 1981 il primo fabbricato della chiesa era una lamiera, gestita dal padre don Rocchino Sciarretta; nel 1983 ci fu la posa della prima pietra del definitivo edificio, inaugurato il 19 aprile 1986. Nel 1998 è stato adeguato il nuovo altare, insieme all'ambone, benedetto dal Monsignor Domenico D'Ambrosio. Presso l'altare si conservano delle reliquie dei santi termolesi Basso di Lucera, Timoteo, Teresa di Lisieaux e Bernardo; l'altare a tabernacolo proviene dalla chiesa della Madonna delle Grazie, recuperato per volere di don Nicola Mattia. L'esterno è a pianta quadrangolare irregolare, la facciata geometrica mostra alcune caratteristiche delle chiese classiche, un portico laterale ad arcate poggianti su colonne cilindriche a capitello, e il piano a coronamento orizzontale, quadrato, con le linee di un rosone appena accennato, e una croce soprastante.
Chiesa San Francesco d'Assisi: posta sul viale omonimo, fu eretta a parrocchia nel 1976, gestita dai Padri Cappuccini. L'ordine dei Francescani a Termoli è documentato sin dal 1545, la chiesa stava nel colle dove sorge il santuario di Santa Maria in Valentino o "Madonna a Lungo"; dopo il saccheggio turco del 1556, i Cappuccini abbandonarono il convento, andando altrove, e giunsero di nuovo a Termoli con l'edificazione di questa chiesa, iniziata nel 1972 e conclusa nel 1978. L'inaugurazione ci fu il 10 aprile 1984, tuttavia si sono dovuti svolgere nuovi lavori a causa di un grave incendio che l'ha distrutta quasi del tutto, sicché è stata riconsacrata il 16 marzo 1991. La chiesa ha la forma rettangolare, che verso l'alto si riduce a uno slancio verso la torre campanaria, assumendo le dimensioni di una barca a vela, per il tetto obliquo. L'interno ha il soffitto ligneo, presso l'altare si trova un mosaico monumentale che rappresenta Cristo crocifisso tra angeli oranti.
Chiesa Santi Pietro e Paolo: in via Biferno, divenne parrocchia nel 1981, presso un prefabbricato in lamiera, successivamente iniziarono i lavori di costruzione, che fu inaugurata il 29 giugno 1986. La posa della prima pietra proveniente dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, avvenne il 16 maggio 1982.
Santi Pietro e Paolo Apostoli. I decreti istitutivi della parrocchia, unificata con atto del 1º gennaio 2014, in precedenza erano distinti e datati come segue: San Pietro 1º novembre 1980; San Paolo 8 ottobre 1986. È una chiesa dall'impianto irregolare, che assume le caratteristiche di un ventaglio, il punto verticale del cono vede ergersi la torre campanaria in mattoni. L'interno è molto semplice, presenta vetrate istoriate alla maniera antica, il trono del presbite è in stile romanico, in marmo.
Chiesa Santa Maria degli Angeli: in via degli Oleandri, fu elevata a parrocchia nel 1986, i lavori iniziarono nel 1988, concludendosi il 20 febbraio 1993. La chiesa presenta uno stile abbastanza classico per essere una chiesa moderna, impianto rettangolare con la facciata rivolta su uno dei lati lunghi, ornato da un oculo e un portale, con accanto la torre campanaria in cemento. Due ordini di finestre rettangolari disposte su due file consentono il passaggio della luce.
Chiesa Maria SS. della Vittoria in Valentino (pellegrinaggio 'a Madonn'a ll'unghe): si trova sul colle omonimo, in origine era un monastero dei Frati Francescani, fondato nel 1545, con il beneplacito del vescovo Antonio Attilio. Nel 1566 l'attacco turco distrusse Termoli, anche il convento fu preso d'assedio, ma non venne bruciato perché i padri scelsero di abbandonarlo. Il convento successivamente andò perduto, e rimase solo la chiesetta barocca, che venne restaurata negli ultimi anni del XX secolo. La chiesa ha impianto rettangolare con leggeri contrafforti laterali, facciata a coronamento orizzontale, con portale architravato e finestra centrale. Internamente si conservano una tela della Madonna della Vittoria, risalente al XVI secolo, il resto degli stucchi e dei pennacchi è del XVIII secolo.
Chiesa della Madonna delle Grazie: in via delle Grazie, storica chiesa in origine posta in campagna, oggi nel nuovo nucleo urbano termolese, in antichità era la meta finale del percorso del Calvario durante il Venerdì santo. Nella parte destra la facciata vi era un muro di pietra conformato al Monte Golgota con 3 croci, al centro della croce di Cristo vi era una nicchia con la statua dell'Addolorata, oggi posta all'interno della chiesa. L'interno è molto semplice, a navata unica voltata a botte; l'esterno è decorato da portale architravato sovrastato da piccolo oculo; sulla sinistra sorge la moderna casa canonica con portico d'ingresso.
Torre del Meridiano: è una delle torri costiere di Termoli, situata oggi nella parte della città nuova in via Rio Vivo, a sud-est del paese vecchio. La torre è a pianta circolare, è di particolare importanza perché era ritenuta il punto d'incrocio tra il 42º parallelo Nord e il 15º Meridiano Est; era per questo usata come torre di avvistamento per prevenire attacchi via mare, la sua posizione dominava sino alla foce del Biferno.
Torre del Sinarca: si trova sulla costa adriatica Nord, tra Termoli e Petacciato. Fu realizzata nel XVI secolo da Carlo V di Spagna per fortificare tutta la costa adriatica del Regno, onde prevenire attacchi nemici via mare. Si conserva in perfetto stato, ha pianta quadrangolare con grandi merlature al piano superiore, e beccatelli.
Torretta Belvedere: si trova in via del Porto, e insieme alla porticina ad arco a tutto sesto, è il principale ingresso al paese vecchio dal Corso Nazionale. Si pensa che la torretta abbia origini normanne, come studiò Carlo Cappella; essa poi con la fortificazione sveva del borgo, assunse il ruolo di vedetta sul mare per prevenire gli attacchi. Fu dotata successivamente anche di cannoniera al livello della scogliera, per assicurare la copertura del muraglione occidentale. Presenta ancora la decorazione quattrocentesca e a merli e beccatelli.
Torre Tornola: si trova sulla riviera del viale dei Trabucchi, sotto la passeggiata Federico II. Faceva parte dell'antico sistema difendivo del borgo, realizzata nella metà del Duecento, insieme completava la cinta muraria di 8 torri, oggi scomparse. La torre deve il nome alla località italica di "Cliterniola", che era il porto marino frentano della città di "Cliternia" (Campomarino). La torre dal XVII secolo cominciò a cadere in degrado, sino a crollare del tutto, oggi rimane la base a pianta circolare in conci irregolari.
Monumenti civili del borgo medievale
La parte antica della città è caratterizzata principalmente dal Castello svevo (utilizzato come simbolo della stessa città), dalla Cattedrale situata in piazza Duomo, dalla Chiesa di Sant'Anna e dalla Torretta Belvedere. Di notevole importanza l'ex seminario vescovile situato in piazza S. Antonio, piazza Vittorio Veneto con il suo palazzo e i suoi giardini, il Monumento ai caduti, il Santuario Maria SS. della Vittoria in Valentino e la Chiesa della Madonna delle Grazie.
Chiesa di Sant'Anna
affianca la Cattedrale in piazza Duomo. La chiesa risale al XVI secolo, vi si venerava San Rocco per la protezione contro la pestilenza, ma anche Sant'Anna per i parti felici. Nel 1968 fu ridotta a semplice battistero, e riaperta al culto solo nel 1992. La chiesa presenta uno stile semplice barocco, con delle nicchie sulla facciata, che in cima è completata da un campanile a vela centrale.
Palazzo vescovile
affianca la Cattedrale. Risale al XVI secolo, rifatto dopo la distruzione di Termoli da parte dei turchi nel 1566; ha impianto rettangolare, l'ingresso sulla piazza è dato da un portale in pietra scolpita, sormontato dallo stemma vescovile della diocesi di Termoli. Il palazzo ospitava la casa del vescovo e gli uffici; la casa del vescovo è un palazzetto attaccato a questo, con l'ornamento dello stemma pastorale. In una cappella si conservano reliquie di San Basso patrono di Termoli, e anche dei resti di San Timoteo.
Chiesa di Sant'Antonio di Padova
si trova nel piazzale omonimo davanti alle mura. La chiesa attuale risale al 1975, sede della parrocchia che fu istituita nel 1936 e poi ancora nel 1959, ed ha pianta circolare. La chiesa antica è oggi mostra d'arte, fu realizzata nel 1445, sede dei Frati Minori Osservanti, ed era dotata di un monastero, distrutto dai turchi nel 1566. Il convento fu ricostruito, ma soppresso nel 1812, e nei primi anni del Novecento si demolì quanto ne restava, lasciando la chiesa; questa è a pianta rettangolare, conserva un bel portale romanico con elementi vegetali sulla cornice a rilievo.
Palazzo Ragni
si trova nel centro storico, vi nacque il pittore Basso Ragni, vissuto poi a Livorno.
Piazza Sant'Antonio
si trova appena fuori le mura del Castello svevo; in origine era la villa pubblica di Termoli, prima della realizzazione dell'attuale. Era una villa spaziosa, con oleandri e aiuole, fu inaugurata nel 1935, espropriando i terreni dell'ex convento di Sant'Antonio degli Osservanti. Negli anni '50 la piazza ospitò la nuova sede municipale, spostata da piazza Insorti d'Ungheria, sicché dal 1951 la villa venne smembrata e cementificata, divenendo un parcheggio. La piazza ospita da un lato la Galleria civica presso l'ex chiesa di Sant'Antonio, dall'altra il palazzo municipale di Termoli, al centro della "rotonda" vi è una fontana del 1949 realizzata da Renato Beretta. La fontana mostra una vasca con quattro pesci, una rana, un mollusco a rilievo; il secondo blocco vede stagliarsi la figura di un fanciullo che sembra domare i quattro pesci dalla grossa testa; il giovane è seduto su di essi, il terzo pesce è tenuto fermo dal piede sinistro, il quarto è tenuto stretto dal braccio del giovane. Restaurata nel 2001.
Monumento ai caduti
in piazza Vittorio Veneto, una delle piazza più grandi della Termoli del primo Novecento, dove venne realizzata anche la scuola elementare "Principe di Piemonte". Il monumento fu inaugurato nel 1926 per commemorare i morti locali nella Grande guerra, è caratterizzato dalla tipica architettura di regime nell'atto di celebrare il valore eroico dei caduti, vi è l'incisione ANNO X (1932) in occasione del restauro di Enzo Bucchetti, che realizzò il piedistallo in pietra bianca, che sorregge il gruppo bronzeo del milite romano, nell'atto di difendere una matrona, la personificazione di Termoli. L'epigrafe è stata dettata dal grecista locale Gennaro Perrotta.
Monumenti ai personaggi illustri di Termoli
si trovano sul Corso Nazionale, sono statue bronzee dedicate a Benito Jacovitti, Gennaro Perrotta, Carlo Cappella.
Una delle strade più caratteristiche di Termoli, si trova nel cuore del borgo antico, tra Vico 2° Castello, via Campolieti Nicola Maria e via Salvatore Marinucci. Unitamente a un vicolo di Ripatransone è la via più stretta in Italia, misurando solo 41 centimetri di larghezza.[26]
Il parco comunale "Girolamo La Penna" è l'area verde principale di Termoli, voluto nel 1962, dopo che l'ex villa comunale di piazza Sant'Antonio era stata smantellata. Fu scelta l'area di via del Molinello, 13 ettari ceduti al Comune da un privato furono lavorati per realizzare la villa, sotto progetto dell'architetto De Felice. La villa fu composta dall'area giochi per bimbi, l'area dello sport con campi da tennis, calcio, pallavolo, minigolf, il Teatro Verde, ossia un anfiteatro per 2 000 posti, un laghetto centrale con papere e cigni. Al progetto contribuirono anche la Forestale, gli artisti termolesi quali Rita Racchi, Riccardo Meli, Enrico Sirello, che realizzarono delle sculture. Negli ultimi anni la villa è caduta in degrado, ma ci sono stati degli interventi di recupero per valorizzare il suo potenziale turistico.
Fonte: Wikipedia